Celebrazioni del 25 aprile - 75° festa della Liberazione

Per le celebrazioni di questo 25 aprile, che ci vede tutti bloccati in casa, vi propongo la lettura di un libro concepito proprio durante la Resistenza e che ha visto la luce pochi anni dopo, nel 1953. Si tratta di un testo molto importante perché...
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25 aprile 2020

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4 min

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Per le celebrazioni di questo 25 aprile, che ci vede tutti bloccati in casa, vi propongo la lettura di un libro concepito proprio durante la Resistenza e che ha visto la luce pochi anni dopo, nel 1953. Si tratta di un testo molto importante perché raccoglie le ultime lettere o gli ultimi messaggi lasciati proprio da quei Padri della Patria che decisero di combattere il Regime fascista, sacrificando tutto, anche la loro vita.
Il nostro ricordo va a loro e, permettetemi, anche all’autore di questo libro, Piero Malvezzi, che ha trascorso la sua vita tra Milano, Cogne e Parella e che proprio nel mio piccolo paesino, nella sua splendida villa in collina, ha trascorso gli ultimi anni.

«L’interesse per le lettere dei condannati a morte della Residenza italiana nasce in Malvezzi proprio durante la guerra di Liberazione, nel periodo della sua detenzione nelle Carceri Nuove di Torino. Nel mese trascorso in prigione (luglio – agosto 1944), Malvezzi più volte percepisce i passi di coloro che vengono portati alla fucilazione e, in una conversazione con il cappellano padre Ruggero Cipolla, viene a sapere dell’esistenza di diverse ultime lettere. […] L’idea di raccogliere in volume le lettere dei condannati non lo abbandona e, individualmente, continua la ricerca negli anni successivi, finché nel gennaio 1950 prende vita il progetto definitivo che condivide e conduce a termine con l’amico Giovanni Pirelli. Nasce così lo straordinario lavoro di raccolta delle lettere, compiuto grazie alle capacità organizzative, alla determinazione, alla tenacia dei due ricercatori.» Il Mondo di Piero, un ritratto a più voci di Piero Malvezzi.

Le lettere sono tantissime, ve ne propongo due, Da “Lettere dei Condannati a morte della Resistenza”, di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli

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Guglielmo Jervis (Willy)
Di anni 42 - ingegnere presso la S. A. Olivetti & C. di Ivrea (Torino) - nato a Napoli il 31 dicembre 1901 -. Subito dopo l'8 settembre 1943 collabora ai primi tentativi di organizzazione di formazioni partigiane in Valle d'Aosta - valente alpinista, guida in Svizzera attraverso valichi alpini, a più riprese, prigionieri alleati - braccato dalla polizia italiana e tedesca, nel gennaio 1944 si trasferisce da Ivrea in Val Pellice dove diventa l'animatore delle formazioni partigiane, estendendo la sua attività alle Valli Germanasca e Chisone – commissario delle formazioni gl, organizza i primi campi di lancio -. Arrestato ai primi di marzo 1944 ad opera di ss tedesche, al ritorno da una missione in Svizzera, è trovato in possesso di armi ed esplosivi - condotto alle carceri Nuove di Torino - per 47 giorni consecutivi lasciato solo in una cella - due volte tratto dalla cella per esser fucilato e due volte ricondotto per sospesa esecuzione - più volte seviziato -. Fucilato nella notte fra il 5 ed il 6 agosto 1944, da plotone tedesco, nella piazza principale di Villar Pellice (Torino) - il suo cadavere viene poi impiccato -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.
(Parole scritte con la punta di uno spillo, sulla copertina di una Bibbia ritrovata nei pressi del luogo ove fu fucilato).
«Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea».

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Piero Alfredo Ottinetti (Pirata)
Di anni 31 - lattoniere - nato a Ivrea (Torino) il 10 ottobre 19 14 - dai primi mesi del 1944 appartenente alla 76' Brigata Garibaldi operante in Val d'Aosta e nel Canavese, quale comandante delle staffette garibaldine dislocate nel Canavese - catturato una prima volta a Borgofranco d'Ivrea, riesce ad evadere forzando le inferriate. Catturato una seconda volta la notte fra il 29 ed il 30 gennaio 1945 in località Lace (Ivrea), con i membri del Comando della 76' Brigata Garibaldi, in seguito a delazione, da reparti tedeschi incarcerato a Cuorgnè (Torino) -. Processato dal Comando Militare tedesco di Cuorgnè -. Fucilato il 2 febbraio 1945 contro la cinta del cimitero di Ivrea, con Ugo Machieraldo e Riccio Orla.
Cuorgnè, 1.2.45 ore 10 'A

Carissimi tutti,
perdonate se vi arreco questo dolore, ma sopportatelo come ho sopportato io alla mia sentenza di morte. Sono sereno, e non una lacrima ho versato. La fede in Dio mi ha dato tanta forza.
Morirò col vostro nome sulle labbra pensando a Voi tutti, e felice di morire per la causa che avevo abbracciato. Ricordatemi a tutti parenti e amici. Vado a morire da eroe. Mamma, perdonami, fai un bacione per me a Bianca che ho tanto amato.
Bacioni a voi tutti. V/s
Alfredo

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Ultimo aggiornamento pagina: 25/04/2020 10:23:00

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